Aldo è un ex falegname ora in pensione e purtroppo gravemente malato e costretto a letto.
Svolgeva la sua attività in un immobile in affitto e lavoravano con lui 5 dipendenti.
Il proprietario dell’immobile con fare altamente estorsivo continua ad aumentare in maniera spropositata l’affitto tanto che Aldo inizia ad avere problemi a pagarlo regolarmente.
Riceve molte minacce addirittura scritte in vero e proprio stile mafioso tanto che Aldo pensa di rivolgersi alla Direzione Investigativa Antimafia.
Ne segue comunque una causa in cui Aldo si vede rimborsare la somma di 50.000 euro che usa tutti per saldare il TFR dei suoi dipendenti, e continua da solo l’attività anche perché nel frat- tempo è arrivata la crisi.
Nel 2011 viene sfrattato, in appello viene modi- ficata la sentenza e Aldo si vede condannato a restituire non solo i 50.000 euro ricevuti ma ad- dirittura aggiungerne 25.000 euro.
E nonostante il giudice dia 5 giorni di tempo al proprietario dell’immobile per restituire i macchinari e le attrezzature.
Aldo resta senza nulla e con in più le spese legali da pagare.
Nel frattempo il vicino di casa di Aldo approfittando del suo stato di salute sempre più precario gli intenta una causa per smaltimento irregolare di eternit e si vede concesso un risarcimento di 10.000 euro.
Facendo valere questa sentenza i vicini mettono all’asta la casa di Aldo, dove vive con la moglie, le due figlie e un nipote.
La moglie di Aldo un giorno guardando la televisione sente parlare di legge 3 del 2012 e ci chiama al numero verde.
La casa di Aldo sarà messa in liquidazione al giusto valore, l’asta è stata sospesa e Aldo si vedrà finalmente cancellare i debiti, diciamo noi, ingiustamente accumulati.
Il giudice di Brescia ha accettato la nostra proposta e il 18 gennaio ha emesso il decreto di liquidazione e per la famiglia di Aldo, finalmente, arriva uno spiraglio di luce dopo tante sofferenze.